Amici046

SOLO RICORDI di Serena Patetta

Da bambina andavo a fare i giretti in bicicletta con papà al Foro italico! Abitavo vicino al Tevere, che credo non sia mai stato biondo nemmeno quando c’erano  Romolo, Remo e la lupa! Forse d’estate qualche colpo di sole, al massimo era gialletto, ma sempre biondo Tevere è stato chiamato! Durante quei giretti arrivava il momento del “non lo dire a mamma”, infatti papà mi comprava quei cartocci gialli che vendevano per strada pieni di  fusaie (semplici lupini) e olive dolci! La saga del non dirlo a mamma non è finita, infatti una volta mi accompagnò a scuola con una quantità assurda di pizza bianca (tanto che il forno aveva quasi preparato il cartello con scritto pizza esaurita). Il tutto perché potessi metterla anche io sul termosifone della classe, invece delle solite merendine classiche che mi metteva mamma nella cartella! Quando ero bambina in televisione c’era Carosello! In una pubblicità c’era il gigante buono che regalava le merendine ai bambini, infatti una amichetta di classe mi chiese se papà era il gigante buono perché era tanto alto! Per me era soltanto papà! Passiamo ora al capitolo delle vitarelle. A Roma una piccola vite viene chiamata vitarella, per l’appunto papà ne faceva grande uso, era sempre colpa di una vitarella che si era spanata, come quella volta che a Natale ci trovammo con i piedi che facevano ‘cic ciac’. Era una vitarella della lavastoviglie che si era spanata e a quel punto non restava che andare “di là”, mettere lontano dall’acqua i regali appena ricevuti, così il Gigante buono e gli altri, contentissimi, potevano dedicarsi a strizzare tappeti e quantità disumane di stelline, carta dei regali e statuine del Presepe. Ogni vitarella ha una sua storia da raccontare! 

Parlavamo del Natale. Io ero una bambina che amava recitare le poesie di Natale alle feste e non mi vergognavo mai! All’epoca sotto il Natale c’era Piazza Navona tutta addobbata e piena di bancarelle. Ce ne era una dove invitavano i bambini a recitare le poesie, e a me non parve vero! Arrivai alla bancarella e recitai tranquillamente la mia poesia. Scattarono gli applausi e io provata attrice di recite scolastiche, ne volevo recitare un’altra! Papà fece appena in tempo a portarmi via, prima che il bancarellaro esplodesse in “Ah ragazzì devono recitare anche gli altri bambini!” Insomma una carriera sprecata! Solo ricordi, ma prima o poi dovevano uscire, altrimenti potevano sentirsi ignorati o addirittura soffrire di claustrofobia!

Serena

 

 

 

 

 

Lascia un commento